uando si inizia la fase di svezzamento, è normale farsi mille domande: “Posso già dare il formaggio?”, “Quali sono adatti a questa età?”, “E le quantità?”
Il formaggio, infatti, può essere un valido componente dell’alimentazione del tuo bambino, ma serve fare attenzione a tipologia, quantità e momento giusto per introdurlo. Non tutti i formaggi vanno bene fin da subito e, soprattutto, ogni bambino ha tempi e bisogni diversi, legati anche alla sua genetica.
In questo articolo vedremo:
- quando è possibile iniziare a introdurre i formaggi nello svezzamento;
- quali formaggi scegliere (e quali evitare) in base all’età;
- le giuste quantità da offrire, con esempi pratici;
- come capire se il tuo bambino li tollera bene;
- e qualche spunto per proporli in modo divertente e sensoriale.
Sempre con uno sguardo scientifico (dettato dalle linee guida e indicazioni ufficiali)… ma a misura di genitore.
Prima di iniziare l’articolo ti condivido due risorse ulteriori per l’approfondimento:
- l’articolo completo sullo Svezzamento dove approfondisco cos’è ed anche altri alimenti;
- il corso avanzato di quasi 2 ore sullo Svezzamento con tutto quello che devi sapere e consigli pratici per i tagli sicuri.
Iniziamo ora con l’articolo!
1) Formaggi per neonati o lattanti: si possono dare prima dei 6 mesi?
La risposta breve è no: i formaggi non vanno dati ai neonati o lattanti prima dei 6 mesi.
Anche se derivano dal latte, non sono adatti all’alimentazione del neonato nei primi mesi di vita, per motivi legati alla digestione, al contenuto di sodio e alla maturazione degli organi.
Latte materno/formula sì, formaggi no
Nel primo semestre di vita, l’unico alimento realmente necessario è il latte materno, o in alternativa un latte artificiale specificamente formulato.
Entrambi garantiscono un apporto bilanciato di nutrienti e contengono sostanze fondamentali come anticorpi ed enzimi digestivi che il bambino non trova in altre fonti.
I formaggi, invece, anche quelli freschi, sono alimenti trasformati e contengono:
- troppo sodio per i reni ancora immaturi del neonato;
- grassi saturi in eccesso;
- proteine complesse difficili da digerire prima dei 6 mesi.
Questi aspetti sono stati evidenziati sia dalle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sia da quelle della Società Italiana di Pediatria e della European Society for Paediatric Gastroenterology, Hepatology and Nutrition (ESPGHAN), che raccomandano di iniziare l’alimentazione complementare non prima del sesto mese di vita.
2) A che età si possono introdurre i formaggi nello svezzamento?
Una volta superata la soglia dei 6 mesi, inizia per molti genitori una nuova fase fatta di esperimenti a tavola e nuove domande.
Tra queste, una delle più frequenti è:
👉 “Ma a che età posso davvero iniziare a dare i formaggi al mio bambino?”
La risposta, come spesso accade quando si parla di svezzamento, è dipende. Ma partiamo da ciò che è certo.
📖 Cosa dicono le linee guida?
Secondo l’OMS, la Società Italiana di Pediatria (SIP) e le indicazioni della SINU (Società Italiana di Nutrizione Umana), lo svezzamento può iniziare non prima dei 6 mesi, e va impostato in modo graduale e personalizzato.
Infatti, oltre all’età, è necessario osservare bene il proprio bambino, perchè esistono altri segnali che ci guidano nel partire con lo svezzamento! Te ne parlo nelle due risorse che ti ho lasciato ad inizio articolo!
Tornando ai formaggi, questi sono considerati un alimento complementare che può essere introdotto a partire dai 6 mesi, ma non tutti i tipi e non in grandi quantità.
Le raccomandazioni consigliano infatti di usare il formaggio come fonte proteica alternativa, non quotidiana, e sempre in sostituzione di carne, pesce o legumi (quindi la spolverata di parmigiano ad ogni pasto su ogni piatto non è proprio un’indicazione condivisa dalle linee guida ufficiali!).
Differenze tra 6, 7 e 8 mesi? Serve osservazione!
- A 6 mesi, si possono iniziare a introdurre piccole quantità di formaggi freschi e magri, come ricotta o crescenza. Può essere utile partire da consistenze morbide e facilmente digeribili.
- A 7 mesi, si può proseguire con il proporre anche piccole quantità di altri formaggi freschi, come robiola o caprino dolce, a patto che siano senza aggiunta di sale. In questa fase, molti bambini iniziano anche a gestire meglio il cucchiaino o il cibo in mano.
- A 8 mesi circa, quando la digestione è sempre più matura oltre che le competenze del bambino più avanzate (sia a livello masticatorio che di prensione con la mano) è possibile variare anche con altri formaggi a consistenza più dura (sempre da adattare con i tagli sicuri!)
Ricorda: non esiste un calendario identico per tutti. Alcuni bambini saranno pronti prima, altri avranno bisogno di più tempo, anche solo per adattare la masticazione gengivale a nuove consistenze!
L’importante è osservare il tuo bambino, rispettarne i tempi e introdurre ogni novità una alla volta, monitorando eventuali reazioni.
⚠️ Box: attenzione a sale, additivi, lattosio e proteine del latte
Molti formaggi, anche quelli apparentemente “per bambini”, contengono:
- troppo sale, che può sovraccaricare i reni ancora immaturi oltre ad alterare la percezione del gusto dei cibi in generale;
- additivi che possono causare problemi come a livello gastrointestinale;
- lattosio, che alcuni bambini possono non digerire bene, soprattutto se c’è familiarità con intolleranze;
- proteine del latte (come è normale che sia!), attenzione quindi ad eventuali reazioni allergiche nel bambino.
Ecco perché è fondamentale:
- leggere sempre le etichette, anche dei formaggini specifici per l’infanzia;
- preferire i formaggi freschi a latte pastorizzato, senza sale aggiunto;
- non offrire formaggio tutti i giorni ma seguire le indicazioni ufficiali (ne parlo nei prossimi paragrafi).
In breve:
✔ I formaggi nello svezzamento si possono introdurre dai 6 mesi, ma con criterio.
✔ Meglio partire con i freschi, in piccole dosi, a latte pastorizzato, osservare la risposta del bambino, e variare gradualmente nei mesi successivi.
Nel successivo paragrafo approfondiremo quali formaggi si possono dare durante lo svezzamento e quali invece è meglio evitare o posticipare.
3) Quali formaggi si possono dare durante lo svezzamento? (E quali è meglio evitare)
Una delle domande più comuni tra i genitori è proprio questa:
👉 “Ma quindi, quali formaggi posso dare al mio bambino durante lo svezzamento?”
La risposta non è banale, perché non tutti i formaggi sono uguali: alcuni sono ricchi di sale, altri troppo grassi, altri ancora difficili da digerire. Per questo è importante scegliere con cura, soprattutto nei primi mesi di introduzione dei latticini.
✅ Formaggi consigliati nello svezzamento
A partire dai 6 mesi, è possibile proporre formaggi freschi, delicati e facilmente digeribili. Secondo la Società Italiana di Nutrizione Umana e la Società Italiana di Pediatria, i formaggi possono essere usati nello svezzamento in piccole quantità e come fonte alternativa di proteine animali, sostituendo carne, pesce o uova nella giornata.
Ecco alcuni esempi di formaggi adatti!
- Ricotta vaccina: dolce, morbida, povera di sale. Ottima nelle prime pappe, anche mescolata con verdure o cereali.
- Crescenza: fresca e cremosa, si scioglie bene nella pastina. Scegliere versioni senza sale o con etichetta “pulita”.
- Robiola: leggermente più saporita, adatta nel corso dei mesi in piccole quantità.
- Caprino fresco: molto digeribile e con un sapore leggermente acidulo, perfetto per stimolare la varietà di gusti del bambino.
- Formaggino senza sale aggiunto: pratico da usare, ma attenzione agli ingredienti: meglio optare per quelli senza polifosfati, aromi o additivi.
👉 Questi formaggi possono essere offerti 1-2 volte a settimana, in porzioni di circa 10-15 g, all’interno di pasti bilanciati (continua a leggere l’articolo per scoprire le quantità in modo più specifico a seconda del tipo di formaggio).
❌ Formaggi da evitare nei primi mesi
Ci sono invece formaggi che, per contenuto di sale, grassi o tipo di stagionatura, sono sconsigliati durante lo svezzamento, soprattutto nei primi 12 mesi!
- Gorgonzola e altri formaggi erborinati (roquefort): molto salati e contenenti muffe non adatte ai bambini piccoli.
- Pecorino stagionato, Grana Padano, Parmigiano intero in pezzi: molto sapidi e concentrati. Può essere concesso un pizzico di Parmigiano grattugiato nella pappa (max 5g), ma con moderazione e non tutti i giorni ad ogni pasto!
- Formaggi fusi industriali (es. sottilette): contengono spesso additivi, aromi e sale aggiunto.
- Formaggi affumicati: come scamorza o provola, da limitare per via del contenuto di sostanze potenzialmente irritanti; inoltre bisogna porre attenzione alla consistenza tendenzialmente dura (somministrare con tagli sicuri).
🧾 Immagine: “Formaggi sì e formaggi no”

👉 Il consiglio è sempre lo stesso: leggere bene le etichette e preferire prodotti semplici, freschi, con pochi ingredienti. Un buon formaggio da svezzamento non deve contenere più di latte, fermenti, e poco sale.
Se il tuo bimbo non sembra gradire subito i formaggi, non preoccuparti. Ogni bambino ha gusti diversi: potrai riproporli più avanti in una forma diversa, o semplicemente aspettare un po’. Anche questo fa parte dell'ascolto della sua unicità.
4) In che quantità dare il formaggio al tuo bambino?
Quando si parla di quantità di formaggio durante lo svezzamento, è importante ricordare che il formaggio non deve sostituire completamente altre fonti proteiche fondamentali come carne, pesce e uova, ma può essere un’alternativa sana e gustosa da proporre con equilibrio.
È importante sottolineare che il formaggio deve sempre essere proveniente da latte pastorizzato per motivi di sicurezza alimentare: questo riduce drasticamente il rischio di contaminazioni da batteri pericolosi come la Listeria (Ministero della Salute, 2020).
Quanti pasti a settimana?
Le fonti ufficiali concordano che non più di 2 porzioni a settimana di formaggi siano raccomandati per i bambini durante lo svezzamento. Il formaggio è infatti un alimento proteico opzionale, che va inserito con moderazione e sempre alternato ad altre fonti di proteine come carne, pesce e uova.
Formaggi freschi e stagionati: come dosarli? E a quanto corrisponde una porzione?
Abbiamo visto come le porzioni massime di formaggi in una settimana sono due. Ma una singola porzione a quanto corrisponde?
- Formaggi freschi molli (es. ricotta, robiola, crescenza): bastano 2 cucchiai grandi, pari a circa 30-35 grammi, quantità sufficiente per fornire proteine e calcio con equilibrio.
- Formaggi a media stagionatura (emmental, fontina, taleggio), si possono proporre sempre seguendo l’indicazione di massimo 2 volte a settimana a lamelle molto sottili da succhiare o a bastoncini come fiammiferi; una porzione corrisponde a 10-15 grammi.
- Formaggi stagionati come parmigiano, grana o pecorino sono più concentrati in nutrienti: 1 cucchiaino circa pari a 5 grammi corrisponde a una porzione se utilizzato grattugiato o a piccoli e sottili pezzetti pari a 10 grammi se usato come secondo piatto.
- Formaggi freschi da taglio, come la mozzarella o caciotta, si possono somministrare seguendo i tagli sicuri e facendo attenzione ai filamenti che creano da caldi, una porzione equivale a 15-20 grammi.
Va ricordato che il formaggio non è obbligatorio nello svezzamento: è una fonte proteica alternativa che può arricchire la dieta del bambino, ma la sua presenza è sempre da valutare in base alle esigenze nutrizionali specifiche ed alle preferenze del singolo bambino.

5) Come introdurre i formaggi nello svezzamento in modo graduale e pratico
I formaggi possono essere un’ottima fonte di nutrienti durante lo svezzamento, ma è importante inserirli correttamente nei pasti quotidiani per rispettare i tempi e le esigenze nutrizionali del bambino.
🥣 Modalità pratiche per introdurre i formaggi
Puoi iniziare con creme di formaggi freschi come la ricotta o la robiola, mescolandoli a verdure dolci cotte, per esempio carote o zucca, creando un pasto cremoso e nutriente.
Anche la pastina con formaggino senza sale è molto apprezzata dai bambini, perché rende la pappa più saporita e piacevole al palato.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia di variare le fonti proteiche per garantire un’alimentazione equilibrata, quindi i formaggi vanno alternati a carne, pesce, legumi e uova, senza eccedere, seguendo l’indicazione di max 2 volte a settimana.
👶 Autosvezzamento e introduzione dei pezzetti
Se il tuo bambino sta sperimentando un passaggio all’alimentazione complementare che tende all’autosvezzamento, puoi proporre formaggi tagliati in pezzi che seguono, in ogni caso, i principi dei tagli sicuri (ne parlo nel Webinar dedicato allo Svezzamento), purché il bambino si mostri pronto e mostri la capacità di gestire una buona masticazione gengivale.
Questa modalità stimola le abilità motorie, la coordinazione occhio-mano e la curiosità sensoriale, permettendo al bambino di scoprire il cibo nelle sue caratteristiche maggiormente conservate (es. colore, consistenza)
🧠 Montessori: coinvolgere i sensi e l’autonomia
Seguendo i principi Montessori, è utile coinvolgere il bambino nella scoperta dei formaggi attraverso il tatto e l’olfatto, oltre che con il gusto, lasciandolo manipolare e odorare il cibo per favorire la familiarizzazione con nuove consistenze e profumi.
Offrire pezzi di formaggio da prendere con le mani (sempre adattati tramite il taglio sicuro) o far partecipare alla preparazione del pasto, rafforza il legame con il cibo e promuove l’autonomia, un aspetto chiave dell’educazione positiva e personalizzata.
Di metodo Montessori ne ho parlato in diversi articoli che puoi trovare nella sezione Educazione del Blog ed anche nel Webinar dedicato.
🦷 Quando iniziare con i pezzetti?
In genere, intorno ai 7-8 mesi il bambino inizia a sviluppare i movimenti masticatori necessari per gestire consistenze più solide, anche senza denti. Puoi quindi introdurre formaggi freschi a pezzetti morbidi, osservando sempre la risposta del bambino e rispettando i suoi tempi.
➨ Come abbiamo visto, i formaggi molli possono essere spalmati oppure mescolati come condimento, quelli duri vanno grattugiati, quelli semi-duri o gommosi vanno tagliati nella grandezza di un fiammifero.
6) Formaggi e unicità del bambino: genetica, preferenze, digestione
Ogni bambino è unico, e questa unicità si riflette anche nella sua tolleranza e preferenza verso i formaggi durante lo svezzamento.
Non tutti infatti digeriscono o gradiscono gli stessi alimenti allo stesso modo, e questo dipende in gran parte dalla loro genetica che li contraddistingue.
Intolleranze, allergie e digestione: un discorso genetico
Le intolleranze al lattosio o l’allergia alle proteine del latte vaccino sono esempi tipici di come la genetica influenzi la capacità di un bambino di digerire i formaggi.
Alcuni bambini possono manifestare gonfiore, irritazioni o alterazioni delle feci a causa di una minore produzione dell’enzima lattasi, provocando un’intolleranza. In questi casi è importante modulare l’introduzione del formaggio, scegliendo tipi a basso contenuto di lattosio come i formaggi stagionati (è sempre bene, però, consultare il pediatra!).
Gusti e preferenze personali
Anche le preferenze gustative fanno parte del profilo unico di ogni bambino. La genetica influisce sulla percezione dei sapori, e alcuni bimbi possono amare il gusto delicato della ricotta mentre altri preferiscono formaggi più saporiti come la crescenza.
Offrire una buona varietà di cibi e di tipologie di formaggi, permette al bambino di fare scelte man mano più consapevoli e di non limitarsi all’assunzione solo di una o due tipologie.
Osservazione e personalizzazione educativa
Seguendo i principi a cui tengo molto su Genitorialando, il ruolo dei genitori è osservare i segnali del proprio bambino per adattare l’introduzione e il consumo di cibo, in questo caso di formaggi, in modo personalizzato, senza forzature e tenendo conto di eventuali allergie o intolleranze.
Alcuni segnali importanti da monitorare sono:
- cambiamenti nelle feci (diarrea, stitichezza, muco);
- irritazioni cutanee o reazioni allergiche;
- rifiuto del cibo o mancanza di interesse.
Questa osservazione attenta permette di modulare l’alimentazione in modo da rispettare la genetica e la sensibilità individuale del bambino, supportando così uno svezzamento sereno e personalizzato.
7) FAQ – Le domande più frequenti dei genitori
❓ Quale formaggio si può dare a un bambino di 6 mesi?
A partire dai 6 mesi si possono introdurre formaggi freschi e delicati come la ricotta, la robiola, il caprino fresco e il formaggino senza sale. Questi sono più facilmente digeribili e hanno un contenuto di sale molto basso, adatto alla sensibilità del neonato. È importante scegliere sempre prodotti pastorizzati per garantire la sicurezza alimentare.
❓ Quali formaggi non si possono dare ai neonati?
Sono da evitare formaggi stagionati ad alto contenuto di sale e muffe, come gorgonzola, erborinati e fusi industriali. Questi possono risultare troppo pesanti per la digestione del bambino o pericolosi.
❓ Quando si può dare il formaggino Mio?
Il formaggino Mio, noto per essere un prodotto morbido e cremoso, si può introdurre generalmente dopo i 6 mesi, assicurandosi che non contenga sale aggiunto o conservanti e che sia sempre pastorizzato. Come per tutti i formaggi, è importante iniziare con piccole quantità per valutare la tolleranza del bambino.
❓ Come introdurre pezzetti di formaggio nello svezzamento?
I pezzetti di formaggio possono essere proposti quando il bambino sviluppa una buona capacità di masticazione, di solito intorno ai 7- 8 mesi (ma ogni bambino è unico). È importante osservare sempre il bambino durante il pasto e creare delle forme che seguono i principi dei tagli sicuri! Ne parto in modo approfondito nel mio Webinar dedicato allo Svezzamento.
8) Conclusione
Introdurre i formaggi nello svezzamento è un passaggio importante e delicato. Scegliere i tipi giusti, rispettare le quantità consigliate e attendere il momento più adatto per iniziare sono tutte scelte fondamentali per il benessere e la crescita del tuo bambino.
Ricorda che i formaggi freschi e pastorizzati sono la scelta migliore per i primi mesi, perché sono più digeribili e contengono meno sale. Inoltre, ogni bambino è diverso: osserva attentamente come reagisce al formaggio, ascolta i suoi segnali e adatta l’introduzione in base alle sue esigenze e preferenze.
Seguire un approccio graduale e pratico, magari coinvolgendo il bambino nella scoperta del cibo con le mani, può aiutare a stimolare la sua curiosità e autonomia alimentare, rispettando il suo sviluppo motorio e sensoriale. Non esiste una regola valida per tutti, perché ogni piccolo ha una sua unicità, che va sempre considerata.
Se vuoi approfondire questo percorso e imparare a gestire lo svezzamento in modo personalizzato, sicuro e consapevole, ti invitiamo a scoprire il Corso completo sullo Svezzamento di Genitorialando. Qui troverai tutte le informazioni e i consigli pratici, basati su evidenze scientifiche, per accompagnare il tuo bambino verso un’alimentazione sana e rispettosa della sua unicità.
Bibliografia
Agostoni C. et al. (2008). Complementary Feeding: A Position Paper by ESPGHAN.
ISS - Linee guida alimentazione complementare 6-23 mesi
SIPPS – Società Italiana di Pediatria (2021). Alimentazione complementare e bilancio marziale
https://www.epicentro.iss.it/allattamento/alimentazione-complementare-infantile-linea-guida-oms-2023
SICUPP - Alimentazione complementare
https://www.scienzavegetariana.it/nutrizione/ADA_infant.html